Studio A

"HO SEMPRE PENSATO CHE LA FOTOGRAFIA FOSSE COME UNA BARZELLETTA, SE LA DEVI SPIEGARE, NON E' VENUTA BENE."
Ansel Adams


ANSEL ADAMS:
Il suo costante impegno fotografico a diretto contatto con la grande natura della West Coast americana gli è valso, a due anni dalla scomparsa, un significativo riconoscimento pubblico. L'American Board of Geographic Names ha dedicato a Ansel Adams una delle più alte vette dello Yosemite National Park, la riserva all'interno della quale lo stesso fotografo svolse una gran parte del proprio lavoro: la geografia statunitense comprende ora anche l'Ansel Adams Mount, testimonianza eterna del suo grande impegno e amore in difesa della natura.


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Sono nato a Roma l'11 marzo del 1967 ed ho cominciato a fotografare all'età di 6 anni quando mio nonno Remo mi regalò una fotocamera che qualcuno aveva dimenticato nel suo taxi.
Era una Seagull a soffietto, mi divertivo tantissimo a premere il pulsante e a far saltare fuori l'obiettivo, credo fosse un formato 6x6.
Il primo scatto, su un rullo BN comprato da mio padre, è stato il classico vaso di fiori sul terrazzo di casa, era estate. Succedeva più di 35 anni fà.
Poi le varie Polaroid e Agfa, e altre macchine dai nomi ormai dimenticati, fino a quando all'Intercolor mio padre prese una Yashica electro 35, regalo per la promozione agli esami della quinta elementare.
Ormai niente poteva sfuggirmi! Centinaia di rullini sviluppati e migliaia di foto che adesso dormono nelle classiche scatole di scarpe e che ogni tanto mi diverto a guardare.
Finalmente il lavoro, e la mia prima reflex. Yashica FX3-2000, presa usata su Portaportese, sono andato con Paolo, un mio collega, fino a piazza Irnerio con 50.000 lire in tasca; la guardo ed è mia con il 50mm, il 70-210 e la borsa nera un po' vissuta.
Passano gli anni, arriva l'era delle telecamere e la Yashica si riposa un po' fino a quando passando davanti ad un negozio di elettronica vedo una Fuji Q1, è carina, mi piace la forma, sembra una ciambella. La prendo, è digitale, strana, piccola e leggera, 3 megapixel. Le foto le vedi subito nel display grande poco più di un francobollo e se non vanno le rifai, altro che attendere due giorni per vedere se era andato tutto bene. Dalla Q1 alla S3500 il passo fu breve, 4 megapixel e la forma di una piccola reflex, Me la portai in Austria nell'estate del 2005.
Bellissimo, se scattavi in movimento le foto venivano oblique!! Comunque riporto a casa un bel po' di scatti, molti veramente belli, ma sento che già mi va stretta. Passano pochi mesi e decido per la Fuji S5000, costa un bel po', ma ne parlano bene. La vendono vicino casa mia, a via Appia.
Arrivo al negozio e c'è la baraonda che precede le feste natalizie, scendo al reparto fotografia, la Fuji stava nella stessa vetrina delle Nikon, il prezzo era di poco inferiore rispetto alla Nikon, ma quest'ultima aveva oltre al 18-55 anche un 55-200; dopo 5 minuti davanti alla vetrina sento una voce: "ancora ci pensi? sulla Nikon c'è lo sconto del 30% e la paghi tra 6 mesi, ieri ne avevamo 10, lascia stare i giocattoli, prendi la Nikon!!" era il ragazzo del reparto "ne è rimasta una sola, non ci pensare".
Due ore dopo stavo leggendo il manuale della Nikon D50, e così si è accesa di nuovo la passione per la fotografia, o forse non si è mai spenta del tutto. Dopo la D50, la D80, la D300 e il grande passo al formato FX con la D700. Poi l'occasione di aprire un piccolo studio fotografico vicino casa, il mio mondo perfetto, comprare i flash, gli sfondi, le luci... prendeva vita ogni giorno, il primo lavoro è stato quasi più emozionante del primo bacio. Adesso la D700 ha una sorella maggiore la D800, e vanno d'amore e d'accordo, adesso il piccolo studio non c'è più perché ho cambiato casa.
Ora la sala hobby è tutta dedicata alla mia passione, finalmente uno studio fotografico serio.
Grazie a quella scelta forse un po' forzata, ho conosciuto quelli che adesso sono i miei "amici della Fotografia" quelli con cui spesso esco in giro per Roma, per il Lazio, per l'Italia e all'estero a fare foto e a divertirmi, quelli con cui nei momenti liberi mi vedo al circolo Anima Urbis o in giro, quelli con cui chiacchieri di tutto un po' e anche di fotografia, quelli che hanno fatto le foto al mio matrimonio; ultimamente a questi si sono aggiunti gli amici del circolo "In Automatico" di Facebook, in particolare Daniele, Gino, Giancarlo e Max, delle persone speciali che meritano tutta la mia stima e Amicizia oltre a tutte le altre 1000 e passa persone del gruppo, e anche con loro le uscite sono sempre all'insegna del divertimento e dell'allegria.

Magari è anche questo il potere della fotografia.


Le foto presenti su questo sito possono essere acquistate.

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"SE LE TUE FOTOGRAFIE NON SONO ABBASTANZA BELLE, NON ERI ABBASTANZA VICINO"
Robert Capa

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